sabato 16 agosto 2014

"L'esperto risponde" - marzo 2011

L’ESPERTO RISPONDE - tratto da "Millionaire" - marzo 2011 - di Luca Fumagalli

Luca Fumagalli
1-  Volendo intraprendere un'attività in franchising, come posso sapere se il franchisor è affidabile a livello di bilancio? A chi mi posso rivolgere per fare in modo di avere una valutazione del franchisor a livello di solidità patrimoniale ecc. ? Inoltre, dato che non voglio fidarmi ciecamente di tutte le "carte" da firmare per avviare l'attività, chi mi può assistere in questo?
Massimo Colombo


Caro Lettore, per la legge italiana sulla affiliazione commerciale ogni franchisor è tenuto a fornire il
proprio bilancio alla semplice richiesta di un candidato. La prima avvertenza è dunque quella di scartare immediatamente un franchisor che non intenda ottemperare a questo obbligo di legge oppure tenti in qualche modo di aggirarlo.
Questa norma è particolarmente importante nel caso di quelle aziende affilianti piccole o semplicemente più “giovani” che, essendo costituite sotto forma di ditta individuale o di società di persone, non sono tenute a rendere pubblici i loro bilanci.   
Dal momento che le aziende franchisor  sono di solito società di capitali, ovvero a responsabilità limitata o per azioni, i bilanci sono generalmente di pubblico dominio.
Nel caso Lei volesse evitare di interpellare ciascun franchisor , magari per non esporsi subito e personalmente come candidato, potrebbe richiederli tramite una visura camerale che può ottenere direttamente presso le Camere di Commercio, oppure far effettuare al suo commercialista.
Quest’ultimo, se in possesso di una conoscenza specialistica in materia di franchising, potrebbe   anche aiutarla a leggere i bilanci per valutare meglio la solidità patrimoniale del franchisor ma soprattutto per riscontrare la reale consistenza del progetto franchising.
Facciamo un esempio. Se una azienda dichiara di avere cento affiliati e afferma di fornire loro una solida formazione ed un eccellente affiancamento continuativo, alla voce “compensi” si dovrebbe trovare indicazione di almeno 5 dipendenti/ collaboratori qualificati, nei ruoli di training manager, responsabile franchising, responsabile area franchising.
Allo stesso modo si potrebbe cercare riscontro nei bilanci di tutte le affermazioni riguardanti l’andamento della rete, le marginalità sui prodotti, i costi effettivi dei servizi prestati agli affiliati.
Tuttavia i bilanci non sono che uno dei tanti elementi oggettivi per la valutazione di un franchisor e del suo progetto franchising.
Un consulente esperto in materia può trarre preziose indicazioni da tutti i documenti e le informazioni rilasciate da un franchisor, siano esse pubblicate sul sito aziendale e sui vari media, oppure fornite direttamente al candidato nelle varie fasi del percorso di informazione preliminare all’affiliazione.
Le “carte”, come le definisce il lettore, vanno prima di tutto lette e comprese attentamente.
Oltre al contratto e ad eventuali pre-contratti, va verificata la presenza e la corretta compilazione di tutte le informazioni preliminari richieste dalla legge italiana sulla affiliazione commerciale.
Solo grazie ad esse ogni candidato è messo nella condizione di valutare correttamente diritti, doveri, oneri e onori connessi alla sottoscrizione di un contratto di franchising.
Per questo genere di analisi e’ importante affidarsi solo ed esclusivamente a consulenti, commercialisti o avvocati che siano in grado di dimostrare una conoscenza approfondita della formula attraverso referenze e riscontri. Non è detto infatti che un consulente aziendale, un commercialista o un avvocato, solo per la loro qualifica, possano fornire un aiuto competente in questa materia, così specialistica e ancora sufficientemente innovativa.
I veri esperti in ambito di franchising sono di solito iscritti alle associazioni del franchising, negli appositi albi, che il lettore potrà facilmente consultare tramite internet.

2- Come e quanto può aiutarmi l’affiliante a promuovere la mia attività in franchising?

Serena Fusco, Bologna

In materia di comunicazione e pubblicità ogni franchisor definisce una propria linea di condotta, in base al settore di appartenenza, alla caratteristiche del progetto, al know how acquisito. A questa domanda dovrebbe quindi rispondere dettagliatamente il contratto di franchising che è stato sottoscritto tra le parti. Esso dovrebbe specificare cosa l’affiliante è disposto a fare (solitamente almeno l’ attività di promozione istituzionale del marchio) e cosa l’affiliato è tenuto a fare (in genere l’ attività di promozione locale). Nei manuali operativi e nel percorso di formazione l’affiliato dovrebbe invece apprendere le modalità, i mezzi e le caratteristiche di tutte le attività di promozione tipiche di quella specifica franchise, aspetti questi che sono parte integrante e sostanziale del know-how di ogni singolo progetto.

3- Come fa un franchisor a tutelare il proprio marchio da utilizzi scorretti da parte degli affiliati?
Alice Roncagli, Venezia

In genere il contratto di affiliazione ha numerose clausole dedicate al corretto uso del marchio che, come si sa, rappresenta uno degli elementi cardine del rapporto tra affiliante e affiliato. La maggior parte delle disposizioni relative al marchio e al suo adeguato utilizzo si trovano solitamente negli appositi capitoli dei manuali operativi, che fungono dunque da standard di riferimento. Gli eventuali usi scorretti del marchio possono essere  segnalati dai clienti finali, da altri affiliati e ma soprattutto dai responsabili area del franchisor o da incaricati esterni, attraverso mirati controlli o ispezioni. Nei casi più gravi gli scorretti usi del marchio, se reiterati dopo la messa in mora, possono portare alla risoluzione anticipata del contratto per inadempimento e/o alla conseguente richiesta di penali o di altre somme a risarcimento dei danni subiti sia dal franchisor che da tutti gli altri affiliati.

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