L’ESPERTO RISPONDE - tratto da "Millionaire" - marzo 2011 - di Luca Fumagalli
Luca Fumagalli |
1- Volendo intraprendere un'attività in
franchising, come posso sapere se il franchisor è affidabile a livello di
bilancio? A chi mi posso rivolgere per fare in modo di avere una valutazione
del franchisor a livello di solidità patrimoniale ecc. ? Inoltre, dato che non voglio fidarmi ciecamente di tutte le "carte"
da firmare per avviare l'attività, chi mi può assistere in questo?
Massimo Colombo
Caro Lettore, per la legge italiana
sulla affiliazione commerciale ogni franchisor è tenuto a fornire il
proprio bilancio alla semplice
richiesta di un candidato. La prima avvertenza è dunque quella di scartare
immediatamente un franchisor che non intenda ottemperare a questo obbligo di
legge oppure tenti in qualche modo di aggirarlo.
Questa norma è particolarmente
importante nel caso di quelle aziende affilianti piccole o semplicemente più
“giovani” che, essendo costituite sotto forma di ditta individuale o di società
di persone, non sono tenute a rendere pubblici i loro bilanci.
Dal momento che le aziende franchisor sono di solito società di capitali, ovvero a
responsabilità limitata o per azioni, i bilanci sono generalmente di pubblico
dominio.
Nel caso Lei volesse evitare di interpellare
ciascun franchisor , magari per non esporsi subito e personalmente come
candidato, potrebbe richiederli tramite una visura camerale che può ottenere
direttamente presso le Camere di Commercio, oppure far effettuare al suo
commercialista.
Quest’ultimo, se in possesso di una
conoscenza specialistica in materia di franchising, potrebbe anche aiutarla
a leggere i bilanci per valutare meglio la solidità patrimoniale del franchisor
ma soprattutto per riscontrare la reale consistenza del progetto franchising.
Facciamo un esempio. Se una azienda
dichiara di avere cento affiliati e afferma di fornire loro una solida
formazione ed un eccellente affiancamento continuativo, alla voce “compensi” si
dovrebbe trovare indicazione di almeno 5 dipendenti/ collaboratori qualificati,
nei ruoli di training manager, responsabile franchising, responsabile area
franchising.
Allo stesso modo si potrebbe cercare
riscontro nei bilanci di tutte le affermazioni riguardanti l’andamento della
rete, le marginalità sui prodotti, i costi effettivi dei servizi prestati agli
affiliati.
Tuttavia i bilanci non sono che uno dei
tanti elementi oggettivi per la valutazione di un franchisor e del suo progetto
franchising.
Un consulente esperto in materia può
trarre preziose indicazioni da tutti i documenti e le informazioni rilasciate
da un franchisor, siano esse pubblicate sul sito aziendale e sui vari media,
oppure fornite direttamente al candidato nelle varie fasi del percorso di
informazione preliminare all’affiliazione.
Le “carte”, come le definisce il
lettore, vanno prima di tutto lette e comprese attentamente.
Oltre al contratto e ad eventuali
pre-contratti, va verificata la presenza e la corretta compilazione di tutte le
informazioni preliminari richieste dalla legge italiana sulla affiliazione
commerciale.
Solo grazie ad esse ogni candidato è
messo nella condizione di valutare correttamente diritti, doveri, oneri e onori
connessi alla sottoscrizione di un contratto di franchising.
Per questo genere di analisi e’ importante
affidarsi solo ed esclusivamente a
consulenti, commercialisti o avvocati che siano in grado di dimostrare una
conoscenza approfondita della formula attraverso referenze e riscontri. Non è
detto infatti che un consulente aziendale, un commercialista o un avvocato,
solo per la loro qualifica, possano fornire un aiuto competente in questa
materia, così specialistica e ancora sufficientemente innovativa.
I veri esperti in ambito di franchising
sono di solito iscritti alle associazioni del franchising, negli appositi albi,
che il lettore potrà facilmente consultare tramite internet.
2- Come e quanto può aiutarmi l’affiliante a promuovere la mia attività in
franchising?
Serena Fusco, Bologna
In materia di comunicazione
e pubblicità ogni franchisor definisce una propria linea di condotta, in base
al settore di appartenenza, alla caratteristiche del progetto, al know how
acquisito. A questa domanda dovrebbe quindi rispondere dettagliatamente il
contratto di franchising che è stato sottoscritto tra le parti. Esso dovrebbe
specificare cosa l’affiliante è disposto a fare (solitamente almeno l’ attività
di promozione istituzionale del marchio) e cosa l’affiliato è tenuto a fare (in
genere l’ attività di promozione locale). Nei manuali operativi e nel percorso
di formazione l’affiliato dovrebbe invece apprendere le modalità, i mezzi e le
caratteristiche di tutte le attività di promozione tipiche di quella specifica
franchise, aspetti questi che sono parte integrante e sostanziale del know-how
di ogni singolo progetto.
3- Come fa un franchisor a
tutelare il proprio marchio da utilizzi scorretti da parte degli affiliati?
Alice Roncagli, Venezia
In genere il contratto di
affiliazione ha numerose clausole dedicate al corretto uso del marchio che,
come si sa, rappresenta uno degli elementi cardine del rapporto tra affiliante
e affiliato. La maggior parte delle disposizioni relative al marchio e al suo
adeguato utilizzo si trovano solitamente negli appositi capitoli dei manuali
operativi, che fungono dunque da standard di riferimento. Gli eventuali usi
scorretti del marchio possono essere segnalati dai clienti finali, da altri
affiliati e ma soprattutto dai responsabili area del franchisor o da incaricati
esterni, attraverso mirati controlli o ispezioni. Nei casi più gravi gli
scorretti usi del marchio, se reiterati dopo la messa in mora, possono portare
alla risoluzione anticipata del contratto per inadempimento e/o alla
conseguente richiesta di penali o di altre somme a risarcimento dei danni
subiti sia dal franchisor che da tutti gli altri affiliati.
Nessun commento:
Posta un commento