L’ESPERTO
RISPONDE - tratto da "Millionaire" - maggio 2010 - di Luca Fumagalli
Luca Fumagalli |
1)
– Prima di scegliere un progetto di franchising, ho richiesto alle due aziende
che mi interessavano di più di fornirmi, come previsto dalla legge, la lista
degli affiliati operativi. Entrambe, correttamente, me l’hanno data. Il
problema è che dopo aver contattato vari affiliati, sono più confusa di prima.
Ho raccolto pareri totalmente contrastanti, sia sull’una che sull’altra
attività. Come mi devo comportare?
Anna
Tripoldi, Chieti
Contattare
gli affiliati già esistenti è un esercizio utilissimo e sempre consigliabile
quando si sta valutando di avviare una attività in franchising.
Come
anticipato dalla lettrice, la legge sulla affiliazione commerciale prevede
espressamente che ogni franchisor fornisca la lista completa e attuale dei
propri franchisee. Tuttavia ci sono cose di cui bisogna tenere conto per
evitare che le dichiarazioni e i comportamenti degli appartenenti alla rete,
che incontriamo o intervistiamo telefonicamente, ci portino fuori strada.
Va
detto che il contratto di franchising spesso vincola alla segretezza su tutto
ciò che riguarda il know-how dell’azienda. E’ dunque lecito aspettarsi una
certa riservatezza da parte degli affiliati, almeno su argomenti cruciali ai
fini del buon andamento dell’attività. Inoltre è prevedibile che un
imprenditore non voglia sbandierare ai quattro venti i dati sull’ andamento
della sua attività, sia quando esso è buono sia nei casi in cui non lo è. Ci
possiamo quindi attendere che franchisee più “loquaci” , se accostati con garbo
e facendo presente la nostra condizione di interessati all’affiliazione (una
condizione da loro stessi affrontata in precedenza), siano disposti a qualche
accenno su argomenti come i guadagni, le spese, le vendite, i ricavi. Ma
dobbiamo essere preparati a non ricevere informazioni da altri affiliati, senza
che questo debba considerarsi necessariamente un atteggiamento negativo nei
confronti del progetto o della azienda affiliante.
Per
sfruttare al meglio una fonte di informazioni così diretta e preziosa come gli
affiliati, occorre quindi “lavorarci “ un po’.
Per
prima cosa, meglio sentire più pareri. La chiacchierata con un solo affiliato
non basta: ci darebbe solo un punto di vista, positivo o negativo che sia.
Poi,
occorre “fare la tara” alle varie interviste.
Ciascun
affiliato tenderà a generalizzare qualsiasi esperienza personale, anche quando
si tratta di problemi o di accadimenti dovuti alla sua specifica condizione.
La
cosa migliore è basarsi su elementi oggettivi, come numeri e dati, che si
prestano a minori possibilità di errore nella interpretazione.
I problemi veri sono quelli che tutti gli affiliati
evidenziano. Se le interviste convergono su alcuni punti dolenti, allora è
altamente probabile che il progetto abbia lì le sue lacune.
Ma
se le lamentele sono circoscritte ad un singolo affiliato, allora è più
probabile che quel problema sia suo e non del marchio, dell’affiliante o del
progetto.
Inoltre
è meglio sentire affiliati di zone differenti, di città più piccole e più
grandi, del nord, del centro e del sud.
Se
si intervista un affiliato molto vicino alla propria area è meglio non rivelare
dove si vuole aprire, per evitare di incappare nel problema della “gelosia
professionale”.
Anche
se in genere l’esclusiva d’area è tutelata contrattualmente, non tutti
gradiscono avere nei dintorni “colleghi” che potrebbero in qualche modo creare
turbative e concorrenza, sia pur a distanza: potrebbe così accadere di ricevere
referenze pretestuosamente negative, volte a convincerci a non affiliarsi.
Bisogna
anche capire le caratteristiche del proprio interlocutore, le sue attese e lo
stato d’animo del momento. Ci sono i pessimisti, gli ottimisti, gli esigenti e
i tolleranti… Può capitare ad esempio che un affiliato scocciato da un litigio
con la moglie risponda sgarbatamente al telefono, ma sarebbe ovviamente
sbagliato se una reazione del genere andasse a incidere sulla valutazione
complessiva del progetto.
Per
evitare di trarre conclusioni affrettate o erronee meglio allora prepararsi
alcune domande, precise e mirate.
Ad
esempio: l’affiliante sta mantenendo le sue promesse contrattuali? Come è stata
la formazione? Ogni quanto tempo ricevi la visita del responsabile franchising?
L’azienda ascolta e risolve le tue problematiche? Le forniture sono puntuali? I
clienti sono soddisfatti dei prodotti o dei servizi che proponi?
Domande
di questo genere ci orientano nella individuazione di eventuali punti critici,
che possono essere oggetto di accurate
richieste di chiarimento nei colloqui diretti e decisivi, che si avranno in
sede con l’azienda affiliante.
2)-
Sono affiliato ad una rete piuttosto nota, che mi impedisce di aprire un mio
sito personale per promuovere l’ attività a livello locale utilizzando, ma solo
in modo indiretto, il marchio dell’affiliante. L’azienda sostiene che è
indispensabile comunicare in modo centralizzato ed esclusivo attraverso il
portale del marchio.
Non
ritiene che questo sia un comportamento scorretto, che mi danneggia?
Carlo
Zardi – Latina
Assolutamente
no, sono d’accordo con il franchisor. Immagino tra l’altro che nel contratto di
affiliazione stipulato dal lettore sia specificato che ogni iniziativa di
utilizzo del marchio da parte dell’affiliato debba essere soggetta
all’approvazione dell’affiliante…
Ma
a parte i vincoli contrattuali, è dal punto di vista strategico che l’uso del
web deve essere ben gestito e regolamentato dalla sede centrale, per evitare
che nelle varie zone le comunicazioni locali diventino conflittuali tra loro
oppure vadano a scontrarsi con le attività istituzionali della marca.
3)-
L’azienda affiliante ha mandato i suoi incaricati nel mio negozio, di nascosto,
a controllare se lavoro bene e se seguo le loro direttive. Nel contratto di
franchising che ho firmato non si dice nulla in proposito, ma io non lo
trovo un comportamento corretto.
Dopotutto, sono un imprenditore e non un loro dipendente…
Eugenio
Parise, Vimercate (MB)
E’
vero, caro Parise, che lei non è un dipendente ma un imprenditore.
Tuttavia
utilizza un marchio ed un sistema di proprietà dell’affiliante e condiviso da
altri imprenditori affiliati. Tutto ciò che lei fa, nel bene o nel male,
ha effetti su tutta la rete. E’ dunque del tutto normale che l’affiliante
tuteli sé stesso e gli altri affiliati, controllando il rispetto degli standard
di gestione.
Il
monitoraggio tramite incaricati in incognito è una tecnica (mistery client)
molto nota e diffusa a livello internazionale, in piena sintonia con le logiche
di collaborazione caratteristiche del contratto di franchising.
Nessun commento:
Posta un commento