"L’ESPERTO
RISPONDE" tratto da "Millionaire" - gennaio 2010 - di Luca Fumagalli
Luca Fumagalli |
1)In
questo periodo di crisi un giovane come me fatica a trovare spazio nel mondo
del lavoro. Dopo tanti vani tentativi e centinaia di invii di curriculum ho
pensato al franchising come alternativa occupazionale. Ho provato a mandare in
giro qualche richiesta di informazioni ma ci ho capito poco. Qualche azienda
non mi ha dato risposta, quelle che lo hanno fatto si sono comportate tutte in
modo diverso, molti mi chiedono di investire del denaro che non ho, qualcuno addirittura
mi tratta male quando dico che non ho soldi da investire. Mi aiuta a capirne
qualcosa di più?
Angelo
De Carli, Urbino
Esistono
libri, pubblicazioni, corsi e associazioni che hanno lo scopo di dare le
informazioni che lei sta cercando.
Personalmente
ho scritto “E ora divento un franchisee “, un manuale edito dalla nostra casa
editrice, che può dare tutte le risposte al suo interesse verso la formula.
La
sua lettera mi dà però l’opportunità di segnalare un fenomeno piuttosto
preoccupante, che ha investito tutti gli addetti ai lavori in questi ultimi
mesi.
Un
gran numero di persone estromesse o non assorbite dal mercato del lavoro a
seguito della recente crisi, sta bussando alla porta del franchising alla
disperata ricerca di una soluzione occupazionale.
In
questo fenomeno si nota prima di tutto un problema di informazione.
Molti
pensano al franchising come ad una specie di pseudo-impiego, ma la definizione
stessa della formula (“…un accordo di collaborazione tra imprenditori…”)
chiarisce che è semplicemente un modo più collaborativo di fare impresa, di
mettersi in proprio.
Il
secondo è un problema di soldi: come in ogni attività in proprio, si può
partire solo se si ha a disposizione il denaro che serve. Occorre smentire la
leggenda che con il franchising i soldi piovono dal cielo, dalle banche, da
chissà quale ente pubblico o privato o, ancor peggio, dalle stesse imprese
affilianti.
Oggi
più che mai, o si hanno a disposizione capitali sufficienti non solo per aprire
l’attività, ma soprattutto per portarla a regime, oppure è meglio non
cominciare nemmeno ad informarsi.
C’è
poi un problema di attitudine imprenditoriale.
Non
è solo mettendo in gioco la liquidazione, qualche risparmio o improbabili
finanziamenti che si diventa imprenditori dall’oggi al domani.
Fare
impresa è una sfida non adatta a tutti.
Aprire
una attività pur di “impiegarsi”, equivale ad un suicidio imprenditoriale.
E’
indispensabile autovalutarsi, per capire se si è in grado di affrontare i
rischi, i sacrifici, le difficoltà tipiche dell’impresa.
E’
poi necessario capire che un franchising non vale l’altro. Ogni attività è
adatta a una tipologia diversa di imprenditore. Capacità, talenti, passioni,
attitudini, background compongono il profilo professionale di ciascuno di noi.
Questo
profilo deve adattarsi perfettamente all’attività che si intende svolgere.
In
conclusione: il franchising è un “gioco” maledettamente serio.
Spaventa
la superficialità con la quale i più si accostano a questo mondo. Una
superficialità che spesso li rende “vittime predestinate” di pseudo-franchisor
con pochi scrupoli.
2) Poco più di un anno fa ho
sottoscritto un contratto preliminare di affiliazione con un'azienda che si è
rivelata altamente scorretta.
Infatti,
firmato il preliminare abbiamo concordato che mi spedissero il mobilio relativo
all'attività ma, trascorsi 3 mesi e fatti numerosi solleciti scritti e
telefonici, ho dovuto riscontrare che questo materiale non mi è mai arrivato.
In
tutta la vicenda, mi chiedo come e se sia possibile limitare i danni.
Tra
le altre cose, sono venuto a conoscenza
del fatto che il contratto di franchising deve essere sottoposto alla visione
del candidato affiliato almeno 30 giorni prima della firma, pena il possibile
annullamento dello stesso.
Nel
mio caso dalla visione del contratto alla firma sono decorsi meno dei 30 giorni
previsti dalla legge. Le chiedo se sia possibile annullarlo, e richiedere i
miei soldi
indietro.
indietro.
Lettera
Firmata
In
effetti la legge richiede che il contratto e tutte le informazioni preliminari
vengano fornite al candidato almeno 30 gg prima della sottoscrizione del
contratto stesso.
Un
avvocato con sufficienti conoscenze in materia di franchising potrà facilmente
contestare alla controparte questa violazione, che si assomma alle altre
inadempienze elencate dal lettore, ed operare per l’ottenimento della
restituzione di quanto versato, salvo ulteriori richieste di danni, di
risarcimento di interessi e/o di spese legali.
3)
Ho sempre desiderato aprire un'attività in franchising ma, abitando in un
piccolo paese, ho paura di sbagliare attività.
A
chi posso rivolgermi per avere informazioni in merito?
Giuseppe
Biasi
Gli
stessi franchisor dovrebbero aiutarla a capire se il paese dove lei abita ha un
bacino d’utenza e un mercato potenziale sufficienti a generare redditività
all’attività scelta. In caso contrario potreste valutare insieme l’ipotesi di
aprire l’attività in una cittadina vicina che abbia i requisiti richiesti.
Un
buon imprenditore è in genere disposto a cercare il mercato dove c’è, anche a
costo di qualche sacrificio in termini di trasferimenti.
Infine,
ci sono attività, anche in franchising, che non hanno vincoli in termini di
bacino d’utenza: sono i cosiddetti home based franchising.
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