mercoledì 13 agosto 2014

"L’esperto risponde" - gennaio 2010

"L’ESPERTO RISPONDE" tratto da "Millionaire" - gennaio 2010 - di  Luca Fumagalli

Luca Fumagalli
1)In questo periodo di crisi un giovane come me fatica a trovare spazio nel mondo del lavoro. Dopo tanti vani tentativi e centinaia di invii di curriculum ho pensato al franchising come alternativa occupazionale. Ho provato a mandare in giro qualche richiesta di informazioni ma ci ho capito poco. Qualche azienda non mi ha dato risposta, quelle che lo hanno fatto si sono comportate tutte in modo diverso, molti mi chiedono di investire del denaro che non ho, qualcuno addirittura mi tratta male quando dico che non ho soldi da investire. Mi aiuta a capirne qualcosa di più?
Angelo De Carli, Urbino

Esistono libri, pubblicazioni, corsi e associazioni che hanno lo scopo di dare le informazioni che lei sta cercando.
Personalmente ho scritto “E ora divento un franchisee “, un manuale edito dalla nostra casa editrice, che può dare tutte le risposte al suo interesse verso la formula.
La sua lettera mi dà però l’opportunità di segnalare un fenomeno piuttosto preoccupante, che ha investito tutti gli addetti ai lavori in questi ultimi mesi.
Un gran numero di persone estromesse o non assorbite dal mercato del lavoro a seguito della recente crisi, sta bussando alla porta del franchising alla disperata ricerca di una soluzione occupazionale.
In questo fenomeno si nota prima di tutto un problema di informazione.
Molti pensano al franchising come ad una specie di pseudo-impiego, ma la definizione stessa della formula (“…un accordo di collaborazione tra imprenditori…”) chiarisce che è semplicemente un modo più collaborativo di fare impresa, di mettersi in proprio.
Il secondo è un problema di soldi: come in ogni attività in proprio, si può partire solo se si ha a disposizione il denaro che serve. Occorre smentire la leggenda che con il franchising i soldi piovono dal cielo, dalle banche, da chissà quale ente pubblico o privato o, ancor peggio, dalle stesse imprese affilianti.
Oggi più che mai, o si hanno a disposizione capitali sufficienti non solo per aprire l’attività, ma soprattutto per portarla a regime, oppure è meglio non cominciare nemmeno ad informarsi.
C’è poi un problema di attitudine imprenditoriale.
Non è solo mettendo in gioco la liquidazione, qualche risparmio o improbabili finanziamenti che si diventa imprenditori dall’oggi al domani.
Fare impresa è una sfida non adatta a tutti.
Aprire una attività pur di “impiegarsi”, equivale ad un suicidio imprenditoriale.
E’ indispensabile autovalutarsi, per capire se si è in grado di affrontare i rischi, i sacrifici, le difficoltà tipiche dell’impresa.
E’ poi necessario capire che un franchising non vale l’altro. Ogni attività è adatta a una tipologia diversa di imprenditore. Capacità, talenti, passioni, attitudini, background compongono il profilo professionale di ciascuno di noi.
Questo profilo deve adattarsi perfettamente all’attività che si intende svolgere.
In conclusione: il franchising è un “gioco” maledettamente serio.
Spaventa la superficialità con la quale i più si accostano a questo mondo. Una superficialità che spesso li rende “vittime predestinate” di pseudo-franchisor con pochi scrupoli.

2) Poco più di un anno fa ho sottoscritto un contratto preliminare di affiliazione con un'azienda che si è rivelata altamente scorretta.
Infatti, firmato il preliminare abbiamo concordato che mi spedissero il mobilio relativo all'attività ma, trascorsi 3 mesi e fatti numerosi solleciti scritti e telefonici, ho dovuto riscontrare che questo materiale non mi è mai arrivato.
In tutta la vicenda, mi chiedo come e se sia possibile limitare i danni.
Tra le altre cose, sono  venuto a conoscenza del fatto che il contratto di franchising deve essere sottoposto alla visione del candidato affiliato almeno 30 giorni prima della firma, pena il possibile annullamento dello stesso.
Nel mio caso dalla visione del contratto alla firma sono decorsi meno dei 30 giorni previsti dalla legge. Le chiedo se sia possibile annullarlo, e richiedere i miei soldi
indietro.
Lettera Firmata

In effetti la legge richiede che il contratto e tutte le informazioni preliminari vengano fornite al candidato almeno 30 gg prima della sottoscrizione del contratto stesso.
Un avvocato con sufficienti conoscenze in materia di franchising potrà facilmente contestare alla controparte questa violazione, che si assomma alle altre inadempienze elencate dal lettore, ed operare per l’ottenimento della restituzione di quanto versato, salvo ulteriori richieste di danni, di risarcimento di interessi e/o di spese legali.

3) Ho sempre desiderato aprire un'attività in franchising ma, abitando in un piccolo paese, ho paura di sbagliare attività.
A chi posso rivolgermi per avere informazioni in merito?
Giuseppe Biasi

Gli stessi franchisor dovrebbero aiutarla a capire se il paese dove lei abita ha un bacino d’utenza e un mercato potenziale sufficienti a generare redditività all’attività scelta. In caso contrario potreste valutare insieme l’ipotesi di aprire l’attività in una cittadina vicina che abbia i requisiti richiesti.
Un buon imprenditore è in genere disposto a cercare il mercato dove c’è, anche a costo di qualche sacrificio in termini di trasferimenti.

Infine, ci sono attività, anche in franchising, che non hanno vincoli in termini di bacino d’utenza: sono i cosiddetti home based franchising.

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