L’ESPERTO
RISPONDE - tratto da "Millionaire" - dicembre 2010 - di Luca Fumagalli
Luca Fumagalli |
1-Volevo avere un vostro parere per un franchising che ho contattato e che a me
sembra valido. Vorrei aprire un negozio di casalinghi e liste nozze e ho
trovato un marchio che ha diversi negozi nella mia regione ma si sta
ingrandendo sempre di più. Vi chiedevo, visto che nel vostro sito questo tipo
di franchising non è menzionato, se potevate darmi una opinione. Premetto che
ho sentito anche un altro marchio molto più noto, ma per partire pretende circa
100 mila euro e non ho così tanti soldi. Il marchio meno noto chiede 15.000 di
fidejussione e 15/18000 € tra allestimento e merce, e poi non chiede
royalties. Il magazzino principale lo gestisce l’azienda e così il negozio può
tenere meno merce, solo l’indispensabile. Il resto, per non pesare sui costi, si
ordina e la consegna arriva dopo pochi giorni …
Lettera Firmata
Non potendo entrare in questa sede nel merito delle singole iniziative con
opinioni o analisi dirette, ci limitiamo a fornire qualche indicazione generale.
Se un marchio non è menzionato nel nostro sito, conviene cercarne traccia in
tutti i possibili canali di informazione (riviste e portali specializzati,
fiere, annuari, guide ed elenchi di franchisor operativi…). Può darsi che sia
nuovo sul mercato, il che non è necessariamente un elemento negativo, ma
comunque un aspetto da tenere in considerazione con tutti i suoi pro e i suoi
contro. Proprio per questo motivo consiglieremmo di non azzardare confronti tra
le condizioni economiche offerte da franchise molto diverse tra loro sia in
termini di notorietà, che di know-how che di consolidamento del progetto. Un
marchio noto ha certamente dalla sua il valore aggiunto della riconoscibilità e
del’apprezzamento dei consumatori. Questo valore si costruisce nel tempo
attraverso investimenti pubblicitari e la soddisfazione delle propria
clientela: con il diritto d’entrata si “paga” per prima cosa questo valore. Se
la rete è operativa da tempo con successo, il franchisor vanta un know-how più
consolidato, che verrà a sua volta valorizzato nel diritto d’entrata. Know-how
significa “sapere come” far funzionare l’attività: è l’insieme di un concept
sperimentato (un modo sicuro di impostare l’attività), di modalità operative,
di metodi, di prodotti o servizi vincenti, di marchi e segni distintivi
azzeccati, di sistemi di marketing vincenti. Il franchisor presumibilmente sarà
anche più esperto nel trasferire questo know-how attraverso la formazione e i
manuali operativi. Infine, è più probabile che questa esperienza sia in grado
di generare la soddisfazione, economica e non, degli affiliati. Tutto ciò
premesso, i franchisor meno noti possono comunque rappresentare una alternativa
valida, a patto che siano in grado di proporre le condizioni di base per
l’affiliazione. In particolare, ci deve essere un modello di business
sperimentato e di successo, una organizzazione capace di fornire adeguata
formazione e assistenza, nonché sistemi di marketing in grado di generare
business per l’affiliato. Questi pro, accompagnati magari da condizioni
contrattuali più vantaggiose, possono talvolta compensare i contro rispetto a
franchise già affermate. Bisogna essere consapevoli, in ogni caso, che ai
maggiori costi di una franchise di successo corrispondono generalmente minori
rischi e che, viceversa, alle migliori condizioni economiche delle franchise
emergenti o meno note, corrispondono tendenzialmente maggiori rischi.
-2 Leggo con particolare interesse la vostra rivista da un paio di mesi...la
trovo molto interessante e completa. La parte più interessante per me è quella
che riguarda il franchising poiché è mia intenzione aprire un punto vendita affiliandomi
ad un noto marchio di abbigliamento. Dovendo sostenere un investimento iniziale
importante, vorrei chiedere all'esperto se ci sono finanziamenti agevolati per
avviare un'attività in franchising e dove potrei trovarli.
MATTEO TARTARINI
Purtroppo
il panorama italiano sul versante dei finanziamenti mirati al franchising non è
dei più incoraggianti. Si segnalano iniziative pubbliche come quella di
Invitalia, ex- Sviluppo Italia, che tuttavia riguarda un gruppo piuttosto
ristretto di franchisor accreditati. Il meccanismo non è di immediata
accessibilità né per i franchisor né per gli aspiranti franchisee. Nel caso in
cui il marchio noto che lei è
intenzionato a scegliere faccia già parte degli accreditati, si apre qualche
spiraglio in più. In caso contrario, bisogna tentare la strada dei più generici
finanziamenti pubblici o dei sostegni per le neo-imprese, che spesso hanno carattere
locale. A livello di banche qualche gruppo si è timidamente mosso verso il
settore, citiamo ad esempio Unicredit e Bnl Paribas, ma rimane un divario
evidente tra la domanda di supporti finanziari al franchising e l’offerta
attuale.
3-Meglio
iniziare soli o con soci o dipendenti?
Mara
Martelli
Dipende
ovviamente dalla franchise che si sceglie. Tendenzialmente si cerca di avviare
l’attività con il minor numero possibile di dipendenti, magari impegnandosi in
prima persona e a tempo pieno. Per quanto riguarda i soci, si tratta di capire
quali sono i vantaggi, dato che le controindicazioni di un sodalizio d’affari
sono a tutti note. In qualche caso lo si fa con l’intento di suddividere gli
impegni economici e i rischi. In qualche altro di mettere in gioco differenti
competenze o attitudini, oppure di utilizzare risorse umane più motivate e
coinvolte nell’attività rispetto a dipendenti.
Consiglieremmo di fare questo passo solo se realmente indispensabile e
tra persone di provata intesa.
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