giovedì 14 agosto 2014

"L'esperto risponde" - dicembre 2010

L’ESPERTO RISPONDE - tratto da "Millionaire" - dicembre 2010 - di Luca Fumagalli

Luca Fumagalli
1-Volevo avere un vostro parere per un franchising che ho contattato e che a me sembra valido. Vorrei aprire un negozio di casalinghi e liste nozze e ho trovato un marchio che ha diversi negozi nella mia regione ma si sta ingrandendo sempre di più. Vi chiedevo, visto che nel vostro sito questo tipo di franchising non è menzionato, se potevate darmi una opinione. Premetto che ho sentito anche un altro marchio molto più noto, ma per partire pretende circa 100 mila euro e non ho così tanti soldi. Il marchio meno noto chiede 15.000 di fidejussione  e 15/18000 € tra allestimento e merce, e poi non chiede royalties. Il magazzino principale lo gestisce l’azienda e così il negozio può tenere meno merce, solo l’indispensabile. Il resto, per non pesare sui costi, si ordina e la consegna arriva dopo pochi giorni …

Lettera Firmata

Non potendo entrare in questa sede nel merito delle singole iniziative con opinioni o analisi dirette, ci limitiamo a fornire qualche indicazione generale. Se un marchio non è menzionato nel nostro sito, conviene cercarne traccia in tutti i possibili canali di informazione (riviste e portali specializzati, fiere, annuari, guide ed elenchi di franchisor operativi…). Può darsi che sia nuovo sul mercato, il che non è necessariamente un elemento negativo, ma comunque un aspetto da tenere in considerazione con tutti i suoi pro e i suoi contro. Proprio per questo motivo consiglieremmo di non azzardare confronti tra le condizioni economiche offerte da franchise molto diverse tra loro sia in termini di notorietà, che di know-how che di consolidamento del progetto. Un marchio noto ha certamente dalla sua il valore aggiunto della riconoscibilità e del’apprezzamento dei consumatori. Questo valore si costruisce nel tempo attraverso investimenti pubblicitari e la soddisfazione delle propria clientela: con il diritto d’entrata si “paga” per prima cosa questo valore. Se la rete è operativa da tempo con successo, il franchisor vanta un know-how più consolidato, che verrà a sua volta valorizzato nel diritto d’entrata. Know-how significa “sapere come” far funzionare l’attività: è l’insieme di un concept sperimentato (un modo sicuro di impostare l’attività), di modalità operative, di metodi, di prodotti o servizi vincenti, di marchi e segni distintivi azzeccati, di sistemi di marketing vincenti. Il franchisor presumibilmente sarà anche più esperto nel trasferire questo know-how attraverso la formazione e i manuali operativi. Infine, è più probabile che questa esperienza sia in grado di generare la soddisfazione, economica e non, degli affiliati. Tutto ciò premesso, i franchisor meno noti possono comunque rappresentare una alternativa valida, a patto che siano in grado di proporre le condizioni di base per l’affiliazione. In particolare, ci deve essere un modello di business sperimentato e di successo, una organizzazione capace di fornire adeguata formazione e assistenza, nonché sistemi di marketing in grado di generare business per l’affiliato. Questi pro, accompagnati magari da condizioni contrattuali più vantaggiose, possono talvolta compensare i contro rispetto a franchise già affermate. Bisogna essere consapevoli, in ogni caso, che ai maggiori costi di una franchise di successo corrispondono generalmente minori rischi e che, viceversa, alle migliori condizioni economiche delle franchise emergenti o meno note, corrispondono tendenzialmente maggiori rischi.

-2 Leggo con particolare interesse la vostra rivista da un paio di mesi...la trovo molto interessante e completa. La parte più interessante per me è quella che riguarda il franchising poiché è mia intenzione aprire un punto vendita affiliandomi ad un noto marchio di abbigliamento. Dovendo sostenere un investimento iniziale importante, vorrei chiedere all'esperto se ci sono finanziamenti agevolati per avviare un'attività in franchising e dove potrei trovarli. 
MATTEO TARTARINI


Purtroppo il panorama italiano sul versante dei finanziamenti mirati al franchising non è dei più incoraggianti. Si segnalano iniziative pubbliche come quella di Invitalia, ex- Sviluppo Italia, che tuttavia riguarda un gruppo piuttosto ristretto di franchisor accreditati. Il meccanismo non è di immediata accessibilità né per i franchisor né per gli aspiranti franchisee. Nel caso in cui  il marchio noto che lei è intenzionato a scegliere faccia già parte degli accreditati, si apre qualche spiraglio in più. In caso contrario, bisogna tentare la strada dei più generici finanziamenti pubblici o dei sostegni per le neo-imprese, che spesso hanno carattere locale. A livello di banche qualche gruppo si è timidamente mosso verso il settore, citiamo ad esempio Unicredit e Bnl Paribas, ma rimane un divario evidente tra la domanda di supporti finanziari al franchising e l’offerta attuale.
 
 3-Meglio iniziare soli o con soci o dipendenti?
Mara Martelli

Dipende ovviamente dalla franchise che si sceglie. Tendenzialmente si cerca di avviare l’attività con il minor numero possibile di dipendenti, magari impegnandosi in prima persona e a tempo pieno. Per quanto riguarda i soci, si tratta di capire quali sono i vantaggi, dato che le controindicazioni di un sodalizio d’affari sono a tutti note. In qualche caso lo si fa con l’intento di suddividere gli impegni economici e i rischi. In qualche altro di mettere in gioco differenti competenze o attitudini, oppure di utilizzare risorse umane più motivate e coinvolte nell’attività rispetto a dipendenti.  Consiglieremmo di fare questo passo solo se realmente indispensabile e tra persone di provata intesa.



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